Incubo Superbonus 110%: Siamo al capolinea per le unifamiliari
Si pregano i gentili utenti di scendere alla prossima fermata
Fine del Superbonus 110%
L’incubo del Superbonus 110% ormai volge al termine: almeno per quanto riguarda le ville unifamiliari infatti, il termine è del 31 Dicembre 2022 per concludere i lavori.
A conclusione di questo viaggio sconfusionato nella mente dei legislatori e nelle tasche degli italiani, posso trarre le somme per esprimere un mio personalissimo parere: INCUBO VERO!
Da un punto di vista del tecnico (progettista, asseveratore, commercialista, etc.), il susseguirsi di aggiornamenti normativi, decreti vari, FAQ dell’Agenzia delle Entrate, pareri e linee guida esplicativi, ha creato uno stato di costante incertezza e titubanza nel dare risposta al cliente e nelle procedure da seguire per non incorrere in passi falsi pericolosissimi e irreversibili.
Dal punto di vista dell’utente finale, ovvero chi per primo si espone dal punto di vista economico, i vari raddrizzamenti sulle cessioni del credito, i tentativi di estenderli e limitarli per controllarli allo stesso tempo, hanno creato un costante stato di PANICO ISTERICO.
L’essersi esposti ottimisticamente a spese pazze e talvolta incontrollate, se non superflue, che mai si sarebbe potuti immaginare di affrontare, confidando nell’iniziale promessa di poter recuperare quanto investito a spese dello stato, per poi trovarsi a fare i conti con la realtà dei fatti causata dal retro-front del legislatore e degli istituti di credito, ha generato un vero e proprio incubo ad occhi aperti.
Tutto è nato nel preciso momento in cui il governo si è accorto (inaspettatamente) che le truffe a danno dell’erario erano facili da attuare ed incontrollate.
Crediti maturati senza lavori eseguiti, asseverazioni false, intestatari nullatenenti e prestanomi vari, hanno reso il gioco fin troppo facile per chi vive di questo mestiere: il truffatore.
Ciò ha portato all’inasprimento del già complesso quadro normativo con decreti anti-truffa, asseverazioni e visti di conformità vari, prese di responsabilità, assicurazioni dedicate e politica del terrore mediatico, come a dire: “guai a chi prova ad addentrarsi nei meandri del superbonus”
Provate pure a fare i lavori “a gratis”, ma se non riuscite sono dolori, per voi, per il tecnico, per tutti i soggetti coinvolti nel fattaccio.
Ma in cosa consiste l’incubo del Superbonus?
L’incubo di non riuscire a completare i lavori per tempo, di non recuperare i crediti ceduti per poter pagare le imprese, di dover restituire con gli interessi le somme cedute e lasciare incompleti i lavori.
Lo stesso incubo è stato, ed è ancora a carico di alcune imprese e professionisti che si sono impegnati per diverse centinaia di euro sotto forma di sconti in fattura (ovvero lavori e parcelle mai pagati), materializzatesi solamente sotto forma di virtuali crediti d’imposta, per lo più incedibili a terzi ed a scadenza programmata.
Incedibili, se non a condizioni dettate dagli istituti di credito con montagne di documenti da produrre e assicurazioni da formalizzare.
Conclusioni personalissime sul Superbonus
Cosa aggiungere a quanto detto…
Se questo non bastasse a creare il terremoto nell’ambiente dell’edilizia tutta, le inascoltate lettere ed appelli dei vari ordini professionali ed associazioni dei consumatori, la caduta del governo a pochi mesi dalla fine del periodo di chiusura dei lavori, hanno completato il quadro di questa bella esperienza economico/finanziaria all’italiana dandole il colpo di grazia.
Erano forse sbagliati i tempi nei quali ognuno faceva il passo secondo le proprie possibilità?
I tempi nei quali i tecnici facevano i progettisti e non i contabili o i commercialisti?
I tempi nei quali le imprese non erano costrette a lavorare con tempistiche dettate dalle banche e con i materiali acquistati al triplo del loro reale valore, per di più “pagate” con crediti d’imposta?
Forse quei tempi torneranno, i bonus saranno ridimensionati ed accessibili a tutti, senza fare figli e figliastri, e rappresenteranno un aiuto alla crescita personale e del paese, senza spacciarsi per promesse non mantenibili.