Il “Sampietrino” romano
Breve storia del sampietrino romano
Rispolvero oggi un mio vecchio esame di restauro, risalente ormai ad oltre 10 anni fa, per parlavi del cosiddetto “sampietrino romano“, elemento che compone il classico selciato storico urbano.
Quello che comunemente viene chiamato “sampietrino” per indicare un elemento di selce di forma troncopiramidale è in realtà un particolare tipo di taglio dalle dimensioni inferiori rispetto al classico “quadruccio“.
Utilizzato per i marciapiedi ed aree pedonali, il sampietrino è stato spesso ricavato dai quadrucci usurati con una seconda lavorazione.
Leggenda metropolitana vuole che il termine sampietrino derivi dal fatto che la prima pavimentazione con elementi di forma regolare dalla testa quadrata sia stata realizzata per Piazza S. Pietro nei primi anni del 1700 con i cosiddetti quadrucci.
Non ci sono tuttavia elementi certi a sostenere che prima di allora non fossero mai stati utilizzati selci dalla testa regolare.
Catalogazione delle pietre
Quella che segue, è una catalogazione dei vari tipi e formati di pietra utilizzati per lastricare le strade, ancora oggi visibili nei centri storici di molte città.
Realizzazione del selciato
I basoli poggiano su uno strato di pietrisco che colma una trincea artificiale per assicurare tenuta e drenaggio.
Per prima cosa si collocano i bordi, per individuare la direzione della strada con larghezza canonica di 4,20 m (14 piedi romani).
Scavato il terreno all’interno della sede stradale, veniva posto un primo strato di pietre grandi a fondamento della strada, sopra cui veniva gettato un secondo strato di malta e pietrisco ben battuto e successivamente un terzo di malta, sabbia e pozzolana, in cui affondavano i basoli di leucitite (pavimentum), con faccia superiore levigata poligonale e la parte inferiore a cuneo.
Al fianco del percorso principale, per delimitare i marciapiedi in terra battuta, per il traffico pedonale, venivano poste le crepidines, basoli più alti, che venivano usati come appoggio per i cavalieri nel montare a cavallo.
Molto importante in epoca imperiale fu la manutenzione ad opera dei Magistri Viarum.
Apparecchiatura del selciato
Vediamo infine come venivano comunemente “apparecchiati” i singoli elementi, per dare la geometria d’insieme degli elementi
Un po’ di storia
Il sampietrino nell’antichità
L’opera di lastricatura in selce delle vecchie e nuove strade deve essere iniziata già nel III sec. a.C. in coincidenza con la realizzazione della maglia viaria attuata con criteri di progettazione così avanzati, da divenire modello nei secoli successivi.
I tracciati naturali provocati dai continui camminamenti e logoramenti meteorici, così detti pianciti, vennero ricoperti in età tardo e medio repubblicana da massicciate di ghiaia, divenendo via glarea strata nei casi di strade di ordinaria importanza.
Le vie di comunicazione di maggior rilievo strategico o simbolico, inizialmente in tufo o ghiaia, furono rivestite mano a mano da lastricati in blocchi di lava.
Queste pietre erano conosciute come silex o lapis silicens.
La prima strada romana di grande comunicazione fu la Via Appia, iniziata da Appio Claudio nel 312 a.C. conduceva a Capua con una percorrenza di 260 Km.
La prima lastricatura della Via Appia Antica in opera quadrata di tufo, realizzata nel 296 a.C. e che riguardava solo il primo miglio del tratto urbano, venne sostituita da basoli poligonali in selce che, a partire dal III fino al Il secolo a.C. rivestirono poco a poco l’intero tracciato.
Nell’età Medievale
Dalla caduta dell’impero romano, l’attenzione rivolta alla manutenzione stradale venne a mancare e numerosi furono i problemi legati all’igiene e alla mancanza di scarichi fognari.
La questione fu ripresa a partire dal secolo XII d.C. da Gregorio IX specialmente per riqualificare la via papale che conduceva da S. Giovanni a S. Pietro e successivamente in età rinascimentale fu presa coscienza dell’importanza della manutenzione stradale.
Sisto IV istituì nel XIV secolo l’ ufficio dei Curatori delle strade pubbliche, con incarichi manutentivi e progettuali.
ln questi anni nacque un vivace dibattito medio scientifico sull’uso della selce o dell’ammattonato per lastricare le vie della città.
ln particolare venne criticata la pavimentazione in selce perché scivolosa e umida anche in condizioni climatiche ottimali.
Sisto IV incominciò quindi a lastricare le vie di Roma con il sistema dei mattoni posti a coltello.
Nel 1489, Saba Porcari ammattonò tutta la piazza di Campo de’ Fiori.
Anche Pio IV avvallò gli intenti di Sisto IV e vietò addirittura di fare selciati di fronte la propria casa (allora la manutenzione spettava ai proprietari che fronteggiavano la via), sotto la minaccia di pene pecuniarie e corporali.
Nel 1587 Sisto V, con una serie di mandati diede ordine di selciatura delle strade per circa 10.000 mq.
L’anno seguente la Congregazione dei Cardinali ordinò di riprendere l’ammattonamento di alcune strade.
Nonostante questo ultimo tentativo di sostenere l’ammattonamento di Roma, la selce cominciò a dominare incontrastata.
Sia per l’economicità dei lavori, sia per le caratteristiche meccaniche offerte, poiché presentava una maggiore resistenza e durevolezza del mattonato, al continuo ed aumentato transito dei veicoli.
Per approfondire il tema, rimando naturalmente alla pagina Wikipedia