Bonus fiscali: finita l’era delle cessioni del credito
Prima o poi doveva accadere, eppure è sembrato come un fulmine a ciel sereno.
A partire dal 16 febbraio dell’anno corrente 2023, non è più possibile scegliere la cessione del credito per i bonus maturati contestualmente ad interventi di manutenzione straordinaria (per i privati) e manutenzione ordinaria (per i condomìni).
Lo stop alla cessione del credito riguardante i bonus edilizi, avviene a seguito di emanazione d’urgenza del Decreto Legge n. 11 del 16 febbraio 2023, immediatamente esecutivo a partire dalla data di pubblicazione dello stesso e recante il seguente titolo:
Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all’articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34

Come cambiano i bonus fiscali
In estrema sintesi, a partire dal 17 febbraio, per le nuove comunicazioni di inizio lavori o a seguito dell’effettivo inizio dei lavori (per i condomìni e le opere esclusi dell’obbligo di presentazione del titolo edilizio), non sarà più possibile:
- cedere il credito maturato sotto forma di sconto in fattura (all’impresa);
- cedere il credito mediante contratto stipulato con un istituto finanziario (per esempio le Poste Italiane).
In via residuale, sarà quindi possibile portare in detrazione in dichiarazione dei redditi il bonus nelle sue varianti attualmente vigenti in 10 anni per i bonus ordinari (Ecobonus 65%, Bonus Casa 50%, etc.) ed in 4 anni (per il Superbonus 90%).
L’opzione resta impregiudicata per le comunicazioni già presentate, ovvero la norma non è retroattiva (NDR per fortuna).
Quali ricadute nel mondo dell’edilizia?
Due considerazioni sono d’obbligo:
- I prezzi dei materiali, vista la recente impennata dovuta proprio alla penuria degli stessi, subirà una frenata?
Ho i miei dubbi al riguardo.
- L’intero circuito dell’edilizia (imprese, lavoratori, tecnici, commercialisti), subirà a sua volta una ricaduta, visto il decadimento di una importante opzione che immetteva liquidità diretta nelle tasche del consumatore finale (ovvero chi sostiene le spese)?
Ricordo infatti che l’istituto della cessione del credito, consentiva proprio a chi non riteneva conveniente portare in detrazione gli importi spesi (esempio p.iva forfettarie o incapienti) di recuperare abbastanza rapidamente parte della spesa sostenuta.
Vedremo quali ricadute avrà quest’ennesimo intervento governativo